Come ho sviluppato l’idea di fare counseling con i ragazzi alla scoperta delle emozioni.
La musica utilizza principalmente il linguaggio non verbale, questo perché parla al nostro cervello emotivo e permette di entrare in relazione con l’altro senza utilizzare la mediazione linguistica e le categorie del linguaggio verbale. Ci mette quindi in relazione con il nostro vicino, con il nostro compagno aprendoci al dialogo e all’ascolto. Proprio utilizzando la comunicazione analogica strutturata in base a ritmo, movimento e silenzio, ci apre al dialogo con noi stessi e l’altro portandoci alla conoscenza interiore, guidandoci verso il nostro Sé. Le emozioni vivono e si attivano in profondità del nostro cervello, nelle aree sottocorticali e proprio in queste aree giunge diretta la musica. Ecco che allora da questa semplice osservazione ho tratto quello che poteva essere lo strumento per lavorare con i giovani alle competenze emotive fondamentali . Mediante la musica potevo aiutarli a lavorare alla conoscenza, in ogni istante, delle proprie emozioni, alla gestione delle stesse, a spronarli e guidarli nel raggiungimento degli obiettivi, alla capacità di percepire i sentimenti degli altri e quindi adottare la giusta prospettiva ed infine alla capacità di gestire le proprie emozioni nelle relazioni. In una parola potevo dare un contributo per lo sviluppo nei giovani di quella che Goleman definisce l’Intelligenza Emotiva.