Ogni giardino ci rinvia ad un processo di identificazione, al luogo ideale dove vorremmo trovarci, ad una scelta rispetto alla nostra dimora ideale. A tale proposito è stata proposta una classificazione di “dimore” ( definitive, indefinite, rassicuranti, meditative) nelle quali giardini e simboli si fondono attribuendo ad ogni giardiniere il suo approdo.
Alcuni studiosi hanno fornito inoltre un elaborato elenco di tipi psicologi riconducibili alla tipologia di giardino realizzato e voluto.
Ecco che troviamo chi, insofferente alle regole, realizza un giardino selvaggio, altri che, non volendo porre limiti a loro stessi, essendo fondamentalmente liberi di natura, realizzano giardini all’inglese e così via.
Altre ricerche hanno dimostrato che esiste una co-evoluzione tra fiori e uomini basata sulla ricompensa emotiva che i primi riservano ai secondi. I ricercatori hanno condotto una serie di esperimenti, regalando fiori o cioccolatini al medesimo campione di persone, oppure fiori a sconosciuti che prendevano l’ascensore, o fiori alla stessa gente per un prolungato periodo di tempo, studiandone le reazioni.
La teoria che hanno ricavato è che l’uomo ha una preferenza estetica per cose che crescono come i fiori e piante collegandole inconsciamente all’esperienza dei propri antenati preistorici, quando un campo di fiori poteva essere indice di una terra più fertile, dunque migliore per seminare e avere abbondanza di cibo.
Mycounselor Manuela Fogagnolo